top of page
  • Immagine del redattoreANDREA

LINCOLN’S BIRTHDAY & PRESIDENT’S DAY

12 FEBBRAIO LINCOLN’S BIRTHDAY

Il 12 febbraio si celebra la nascita di Abraham Lincoln, il sedicesimo presidente degli Stati Uniti (dal 1861 al 1865) ed il principale artefice della vittoria degli unionisti nella guerra di secessione americana e dell'abolizione della schiavitù.

Nato a Hodgenville, in Kentucky, il 12 febbraio 1809 da una famiglia di pionieri, intraprese gli studi giuridici, guadagnandosi ben presto una solida reputazione per la sua onestà.

Non a caso, notoriamente viene raffigurato nella memoria storica come un uomo calmo e riflessivo. Ma forse non tutti sanno che alcuni anni prima di diventare Presidente degli Stati Uniti, il suo temperamento era ben diverso, costituito da frequenti scatti di ira, in cui dava prova di saper esprimere una furia intensa e incontrollata (probabilmente causata, secondo studi recenti, dagli scompensi indotti dalle pillole usate da Lincoln per vincere la depressione).

Nel 1833 fu eletto deputato al parlamento dell'Illinois. In materia di schiavitù, era un antischiavista convinto, anche se non condivise mai appieno la posizione degli abolizionisti. Nel 1860 i repubblicani lo candidarono alla presidenza: ottenne la maggioranza dei voti ed entrò nella Casa Bianca. Subito dopo la vittoria, intraprese i primi passi per staccarsi dall'Unione. Lincoln si mostrò aperto al dialogo ma rifiutò di prendere in considerazione un'eventuale estensione della schiavitù.

Nel febbraio del 1861 sette stati sudisti si separarono formalmente dall'Unione; altri stati del sud seguirono il loro esempio e scoppiò la guerra che si concluse nel 1865 con la vittoria dei nordisti

Già nel 1862 il presidente emanò il proclama di emancipazione che liberava gli schiavi e autorizzava la creazione di unità militari di colore.

Lincoln, però, era determinato a porre l'emancipazione su una base permanente e nel 1864 propose l'introduzione di un emendamento contro la schiavitù nella Costituzione. Tale emendamento venne accettato dopo la sua rielezione, nel 1865. Poche settimane dopo l'inizio del suo secondo mandato, Lincoln annunciò pubblicamente il suo sostegno al suffragio limitato per i neri in Lousiana.

Un fanatico sudista, John Wilkes Booth, preoccupato dell'eventualità che i neri potessero ottenere il diritto di voto, il 14 aprile del 1865 ferì mortalmente Lincoln, a Washington. Fu dichiarato morto la mattina del giorno seguente.

Tra i momenti fondamentali della guerra civile ci fu la Battaglia di Gettysburg, che di fatto pose fine alla contesa. Il discorso di Gettysburg pronunciato da Abramo Lincoln il pomeriggio del 19 novembre 1863 alla cerimonia di inaugurazione del cimitero militare di Gettysburg è considerato una pietra angolare nel concetto di Unione che sta alla base dei principi cardini degli Stati Uniti d’America:

Or sono ottantasette anni che i nostri avi costruirono su questo continente una nuova nazione, concepita nella Libertà e votata al principio che tutti gli uomini sono creati uguali. Adesso noi siamo impegnati in una grande guerra civile, la quale proverà se quella nazione, o ogni altra nazione, così concepita e così votata, possa a lungo perdurare.

Noi ci siamo raccolti su di un gran campo di battaglia di quella guerra. Noi siamo venuti a destinare una parte di quel campo a luogo di ultimo riposo per coloro che qui dettero la loro vita, perché quella nazione potesse vivere. È del tutto giusto e appropriato che noi compiamo quest'atto. Ma, in un senso più ampio, noi non possiamo inaugurare, non possiamo consacrare, non possiamo santificare questo suolo.

I coraggiosi uomini, vivi e morti, che qui combatterono, lo hanno consacrato, ben al di là del nostro piccolo potere di aggiungere o portar via alcunché. Il mondo noterà appena, né a lungo ricorderà ciò che qui diciamo, ma mai potrà dimenticare ciò che essi qui fecero. Sta a noi viventi, piuttosto, il votarci qui al lavoro incompiuto, finora così nobilmente portato avanti da coloro che qui combatterono.

Sta piuttosto a noi il votarci qui al grande compito che ci è dinnanzi: che da questi morti onorati ci venga un'accresciuta devozione a quella causa per la quale essi diedero, della devozione, l'ultima piena misura; che noi qui solennemente si prometta che questi morti non sono morti invano; che questa nazione, guidata da Dio, abbia una rinascita di libertà; e che l’idea di un governo del popolo, dal popolo, per il popolo, non abbia a perire dalla terra


17 FEBBRAIO PRESIDENT’S DAY



Il Presidents’ Day, ovvero il Giorno dei Presidenti, nasce ufficialmente come festività che commemorava la nascita di George Washington, di cui venivano celebrati la vita e i successi. Tanto che inizialmente era denominata Washington’s Birthday, il compleanno di Washington. In seguito è divenuto un giorno in cui sono celebrati tutti i presidenti che hanno governato gli Stati Uniti.

Questa festa fu istituita dal governo federale statunitense nel 1880. Inizialmente riguardava solo gli uffici governativi della capitale; dal 1885 ha incluso invece tutti gli uffici federali del paese. Veniva celebrata il 22 febbraio, ovvero il giorno della nascita di Washington, ma dal 1971, per effetto dello Uniform Monday Holiday Act, venne spostata al terzo lunedì di febbraio. Nel 2020 il Presidents’ Day è lunedì 17 febbraio. Visto che questo giorno cade sempre di lunedì, il weekend prima viene chiamato Presidents’ Day Weekend.

Nei giorni precedenti alla festività nelle scuole vengono proposte lezioni sulla storia dei Presidenti, con particolare rilievo alla vita di Washington e Lincoln, in certi casi, come a New York, per l’intera settimana viene osservata una sorta di “vacanza di mezzo inverno”.

Diversi musei organizzano giornate dedicate ai bambini ed è il giorno ideale per visitare le diverse attrazioni che sono tutte aperte. Spesso il Presidents’ Day è anche il giorno in cui inizia la stagione dei saldi per molti negozi.

Le cerimonie pubbliche variano da luogo a luogo, e spesso hanno origini molto antiche. Ad Alexandria, in Virginia, durano un intero mese, e comprendono una delle più grandi parate della nazione; sempre in Virginia, stato di provenienza di Washington, ai visitatori del Monumento Nazionale di Westmoreland, suo luogo di nascita, vengono offerte fastose celebrazioni sia nel week-end prima della festività, sia il 22 febbraio. Fra le altre commemorazioni sparse per tutti gli USA, nella piccola città di Eustis, nel cuore della Florida, dal 1902 si tiene un’apposita “George Fest”.

George Washington è stato il primo presidente degli Stati Uniti, e prima ancora comandante in capo dell’Esercito continentale durante tutta la guerra di indipendenza americana (1775-1783).

George è considerato il padre della patria negli Stati Uniti, Washington D.C. e lo Stato di Washington sono stati chiamati così in suo onore. Il suo volto è presente anche sulla banconota da un dollaro, sulla moneta da un quarto, ed è ritratto sul Monte Rushmore.

Gli Stati Uniti quindi celebrano il loro padre della patria, il primo (e unico) presidente della loro storia a essere stato eletto all’unanimità dal Collegio elettorale. Un uomo così onesto nel suo ruolo e ligio di fronte alla legge da rifiutare il terzo mandato, che pur avrebbe ottenuto agevolmente, perché riteneva che fosse pericoloso accentrare il potere per troppo tempo nelle mani di un solo uomo.

Il Presidens’Day offre infine un’ulteriore opportunità per onorare i veterani della nazione. Dal 1932 (200º anniversario della nascita di Washington), in questa data vengono assegnate, a soldati feriti in battaglia, le decorazioni del Purple Heart, originariamente ideate dallo stesso Washington per fregiare i meriti anche dei soldati semplici.




52 visualizzazioni0 commenti
bottom of page